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La MOC - Mineralometria (o Densitometria) Ossea Computerizzata serve a determinare la quantità di calcio presente nelle ossa e se la mineralizzazione si è ridotta e se è già comparsa l’osteoporosi. Si rivela dunque utile soprattutto per le donne in menopausa, che sono ritenute i soggetti più a rischio di demineralizzazione ossea.
L'esame è utilizzato per stabilirne la concentrazione, mediante l'utilizzo dei raggi X a bassissima emissione. Il parametro così ottenuto indica se le ossa sono in salute oppure se sono a rischio di fratture spontaneeo se è presente qualche patologia.
È un esame che si esegue in tutte le fasce d'età, sia negli adulti che negli anziani, soprattuto nelle donne in età post-menopausale ma anche nei bambini poichè spesso i processi osteoporotici dell'adulto si manifestano a partire dall'età infantile. La densitometria ossea può essere eseguita su diversi segmenti ossei, ognuno dei quali può essere utilizzato per un particolare iter diagnostico.
La densitometria ossea è un esame semplice e rapido che non richiede alcuna preparazione prima della sua esecuzione.
Non è quindi richiesta una dieta particolare nei giorni che precedono l'esame, nè è richiesta una particolare procedura da eseguire prima dell'esame stesso.
Nonostante l'utilizzo di basse dosi di radiazioni si sconsiglia l'esame in gravidanza specie nel primo trimestre. Pertanto si consiglia di non eseguire l'esame se non è possibile escludere con sicurezza uno stato di gravidanza (in tal senso viene fatto firmare un consenso informato scritto).
Non occorre essere digiuni.
Durante il test un braccio automatico passerà lentamente sopra il corpo rilasciando debolissime radiazioni mirate in punti specifici del corpo (per esempio anca e colonna vertebrale);
l'apparecchio in questo modo è in grado di ricostruire un' immagine delle ossa analizzate per valutare la densità. In genere la durata è di pochi minuti, leggermente variabile in base alla parte del corpo trattata (potrebbero essere necessari fino a 30 minuti circa).
Poichè la densità ossea può variare da un punto all'altro del corpo, una misurazione condotta a livello del calcagno in genere nonè accurata nel predire il rischio di fratture come una misurazione eseguita a livello della colonna vertebrale o dell'anca.
È il motivo per cui a fronte di un test positivo con dispositivo periferico il medico potrebbe raccomandare un esame di controllo sulla colonna vertebrale o sull’anca per confermare la diagnosi.